Scade il 31 dicembre 2024, l’aliquota di detrazione al 50% sulle spese relative agli interventi volti al recupero del patrimonio edilizio, salvo proroghe con la prossima legge di bilancio 2025. Dal 1 Gennaio, infatti, l’aliquota passerà al 36%.
L’agevolazione fiscale consisterà, quindi, in una detrazione dall’IRPEF, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 48.000 Euro, per ciascuna unità immobiliare.
Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, resta salva la detrazione del 50% e del limite massimo di spesa 96.000 Euro per unità immobiliare.
Pertanto la misura agevolativa al 50% sta per terminare, salvo proroghe in legge di bilancio 2025. La stessa detrazione è prevista anche per chi acquista immobili a uso abitativo facenti parte di edifici interamente ristrutturati. La detrazione spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile. Indipendentemente dal valore degli interventi eseguiti, l’acquirente o l’assegnatario dell’immobile deve calcolare la detrazione su un importo forfetario, pari al 25% del prezzo di vendita o di assegnazione dell’abitazione, comprensivo di Iva.
Salvo ci sia ancora la possibilità in base al caso specifico, i beneficiari della detrazione possono optare, in alternativa all’utilizzo diretto della detrazione:
- per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi (cosiddetto “sconto in fattura”) e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta;
- per la cessione di un credito d’imposta ad altri soggetti corrispondente alla detrazione spettante.
Per le suddette opzioni, occorre quindi prestare attenzione alle restrizioni intervenute con diversi provvedimenti intervenuti nel corso del 2023 e del 2024, ultimo dei quali il DL n 39/2024 che ha ristretto ulteriormente la possibilità di cedere i bonus edilizi.
Il 31 dicembre 2024 scade anche l’aliquota al 70% del superbonus notevolmente ridimensionato da tutte le norme in tema, avvicendatesi nel corso del 2023 e del 2024.
I dati ENEA mostrano una brusca flessione della misura agevolativa e ad oggi, per il superbonus restano 3 mesi con aliquota al 70% che dal 2025 si vedrà applicare una aliquota al 65%.
Il superbonus è attualmente conveniente solo per chi soddisfa questi due requisiti:
- ha le risorse per avviare gli interventi;
- ha la capienza fiscale per utilizzare direttamente la detrazione direttamente in dichiarazione dei redditi.
In attesa di conferme sulle aliquote in discesa per questi due bonus edilizi dalla Legge di Bilancio 2025, Giorgia Meloni e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, hanno sottolineato più volte che si va verso l’abbandono di qualsiasi forma di agevolazione fiscale in edilizia che non sia quella strutturale di cui all’art. 16-bis del d.P.R. n. 917/1986 ovvero, come detto, il bonus ristrutturazioni edilizie al 36% con 48.000 euro di limite di spesa.